In questo articolo ti spiego perché scrivere (quasi) ogni giorno ci fa bene e ti regalo 5 strumenti per iniziare a portare la scrittura nella tua pratica quotidiana.
Non ci girerò intorno: fare della scrittura una pratica quotidiana (al pari di un workout o di una skin care serale) porta con sé benefici troppo spesso sottovalutati. Scrivere quotidianamente non ci aiuta soltanto a migliorare la nostra capacità espressiva, ma agisce positivamente e nutre anche altre abilità:
Ci aiuta a sviluppare la nostra capacità di problem solving, la nostra creatività, l’immaginazione
Alimenta il pensiero critico
Ci aiuta a radicarci nel presente, nel qui ed ora
Toglie gran parte del rumore di fondo, aiuta a chiudere gli open loops dei nostri pensieri e aumenta la concentrazione sul lavoro o in altre aree di vita
Ci allena all’empatia e migliora la nostra capacità di comunicazione
Questi sono solo alcuni dei benefici che dimostrano il valore della scrittura (qui su Instagram te ne racconto anche altri). Eppure, quando si tratta di portarla con costanza negli ingranaggi rumorosi delle nostre giornate, tendiamo a fermarci al primo ostacolo, alla prima difficoltà. Ci diciamo che scrivere non fa per noi, che ci viene male, che è inutile e comunque le parole non escono. Ti do allora due consigli per bypassare queste convinzioni limitanti.

Fai, prima di essere pronta. Tutto è difficile prima di diventare facile, come diceva qualcuno. E allora inizia a scrivere, anche se pensi di non avere idee, anche se non ti piacciono le prime parole che ti verranno in mente. In fondo, cosa hai da perdere?
E poi, sperimenta. Qui ti offro 5 strumenti di scrittura da cui puoi partire per capire quale possa adattarsi meglio alle tue esigenze.
Prima di proseguire, se ti interessa approfondire l’argomento, tempo fa ho parlato del valore della scrittura come strumento per conoscersi anche con Silvia D’Amico (@mammasuperhero) in una bellissima puntata del suo podcast sul respectful parenting e le sfide della genitorialità.
Free writing
Il free writing è uno dei miei modi preferiti di fare journaling. Tutto ciò che ti serve è un timer (oltre che carta e penna, ovviamente). Datti un tempo per la tua sessione di scrittura: 5, 10 o 15 minuti andranno benissimo. Io ti consiglio di non andare oltre i 15 minuti: lo scopo è quello di far uscire i primi pensieri che hai nella testa, come un fiume in piena. Puoi scrivere qualsiasi cosa, in qualsiasi modo, senza badare alla forma. Puoi iniziare a scrivere in maniera libera e spontanea o lasciarti guidare da prompt, frasi o parole che servono a dare alla tua penna una piccola spintarella (es: oggi mi sento…; quelle parole che proprio non riesco a dire…).
E poi? Abbandona (pre)giudizi e aspettative e goditi il viaggio.
Di free writing e dell’intima connessione tra scrittura e vulnerabilità ho parlato in una preziosissima IG live con Ilaria Mangiardi (@imjardi). Ti consiglio di recuperarla: troverai un sacco di ispirazioni e consigli che ti aiuteranno a superare eventuali blocchi e lasciarti andare.
Diario della gratitudine

Blocca un momento nella tua giornata.
Può essere la mattina prima che la casa si risvegli o magari la sera, prima di andare a dormire. Ripensa alla giornata appena trascorsa (o a quella precedente, nel caso in cui tu decida di scrivere al mattino). In particolare, dirigi i tuoi pensieri verso i piccoli particolari, tutte quelle cose apparentemente insignificanti che però hanno reso quella giornata piena, ricca, gioiosa. Annota almeno tre di questi particolari. Può trattarsi di qualsiasi cosa: il sorriso dei tuoi figli, un atto di gentilezza ricevuto da un collega, un’insolita sfumatura del sole al mattino, un pasto che hai gradito particolarmente.
Scrivi, scrivi tutte le cose per cui hai provato gratitudine. Ma mi raccomando, non limitarti a compilare una lista in maniera meccanica: mentre scrivi, prova a ricreare nel tuo cuore la stessa gratitudine che hai sperimentato in quei momenti. Ti assicuro che il senso di pienezza che ne deriverà sarà impagabile!
Morning pages
Le morning pages sono state ideate da Julia Cameron (che ne parla nel suo libro La via dell’artista) e rappresentano uno dei modi per trovare la nostra creatività e riportarla nella nostra vita. Si tratta di scrivere tre pagine di getto, appena svegli. Ancor prima di preparare la colazione o articolare i primi pensieri sulle cose da fare. Alzarsi e scrivere.
Lo so, lo so che la prima cosa che vorresti fare appena sveglia è un bagno caldo nel primo caffè della giornata.Ma ti assicuro che questa è una pratica dai benefici e risvolti sorprendenti: oltre a portare a galla emozioni e sensazioni scomode e a renderne più chiari i messaggi, aumenta la nostra capacità di problem solving, che è una di quelle abilità che più ci serve per fronteggiare gli imprevisti del nostro lavoro.
Cosa ci serve quindi per metterci all’opera? Un foglio A4, una penna (che scriva in maniera fluida, aggiungerei) e un momento di quiete e silenzio, non appena ti svegli. Ora mettiti seduta e scrivi almeno tre pagine. Scrivi senza pensarci troppo, senza badare alla forma, senza giudicarti. Queste pagine non sono arte: la scrittura in questo caso è solo uno strumento per una guarigione creativa, come scrive la stessa Cameron.
Bullet journal

Questo strumento (ideato da Ryder Carroll) si differenzia dagli altri perché non presuppone un tipo di scrittura espressiva o liberatoria. Ho voluto comunque inserirlo per fornire uno strumento pratico anche a chi non vuole ricorrere (almeno come primo approccio) alla scrittura per guardare con distacco e obiettività a situazioni scomode o per conoscersi meglio, ma magari come mezzo per rispondere ad un duplice – e apparentemente inconciliabile – bisogno di organizzazione e creatività.
Il Bullet Journal è molto più di un contenitore di liste di cose da fare: permette di tener traccia del passato, organizzare il presente e pianificare il futuro in maniera molto originale, combinando immagini, disegni, tecniche di handwriting e scrittura. Se sei curiosa e vuoi scoprire come puoi crearlo, ti lascio qui un tutorial in cui potrai trovare tutte le informazioni e le ispirazioni che cerchi.
Ri-scrittura
Cosa significa precisamente ri-scrittura? Cos’è che dobbiamo riscrivere?
In poche parole: tutto ciò che non ti piace.
Hai appena concluso una sessione di journaling e – rileggendo ciò che hai scritto – hai notato frasi giudicanti? Ripensando alle conversazioni che hai quotidianamente con te stessa ti vengono in mente convinzioni limitanti e pensieri poco gentili? Ecco, prendi tutte queste vocine che ti creano disagio e mettile nero su bianco; dai loro una forma e chiediti perché sono lì, cosa stanno cercando di dirti. E dopo aver fatto questo, prova a trasformarle in parole gentili e compassionevoli.
Ti faccio alcuni esempi:
Sono un fallimento può diventare Ho fallito e mi do la possibilità di imparare da quell’errore qualcosa che potrà permettermi di far meglio la prossima volta
Sono una pessima madre può essere riscritto come Sto facendo il meglio che possono con gli strumenti che ho, mi* figli* non ha bisogno di una madre perfetta

E allora, quale di questi strumenti pensi possa fare al caso tuo? Ne sperimenterai qualcuno? Vieni a raccontarmelo su Instagram.
Non vedo l’ora di leggere la tua esperienza e confrontarmi con te.
Ti aspetto,